Finalmente sono riuscito a visitare il MACRO di Roma, quello di via Nizza; stanco di sentirne decantare le lodi architettoniche ho deciso di fare la conoscenza di questo museo disegnato da Odile Decq come già feci per il maxxi (Zaha Hadid) e per l’altro macro (testaccio) un po come andassi a conoscere degli alieni atterrati nella mia città.
TATE NO ME Hidetoshi Nagasawa
Non voglio parlare dell’architettura del museo, bella, semplice e suggestiva; ma di una mostra ospitata al suo interno.
6 opere dell’artista Giapponese, italiano di adozione, Hidetoshi Nagasawa
Sebbene l’arte concettuale mi lasci sempre abbastanza indifferente o meglio non riesca a provocare quel trasporto che invece avverto per l’arte figurativa (ma è un mio personalissimo limite, lo ammetto!) queste opere (forse per deformazione professionale) mi hanno affascinato molto.
Il loro essere così materiche e leggere, serene e al contempo pervase da tensioni e forze mi restituisce un’idea del mondo e della realtà in continuo attrito e in continuo equilibrio, sembrano degli oggetti che sono lì da sempre nel loro consolidato gioco di forze come accade spesso in natura quando un masso troppo grande o un albero troppo sbilanciato sembrano sempre in procinto di collassare ma in realtà sono lì da sempre.
Tate No Me, Nagasawa
In TATE NO ME gli elementi di legno sono deformati per incastrarsi tra lor,o ma la loro curvatura così dolce sembra quasi naturale e ben nasconde quel gioco di forze sovrumane che invece ne costituisce la struttura e l’anima.
Un’arte ridotta a sole forze e materiali epurata da orpelli, costituita da grandi elementi in dimensioni, peso e carica evocativa; la leggerezza è solo un gioco di equilibri così come il modo è un continuo gioco di tensioni e pressioni, resistenze e cedimenti.