Tag
Azucena, Catilina chair, Corrado Corradi Dell'Acqua, Gio Ponti, Guglielmo Ulrich, Ignazio Gardella, Interni, Luigi Caccia Dominioni, Maria Teresa e Franca Tosi, Tripolina, Vico Magistretti
Nel lontano 1947, ancora tra gli echi della seconda guerra mondiale, lo scenario della produzione industriale di mobili moderni era ad un nuovo punto di partenza.

AZUCENA, LIDO | armchair | Ignazio Gardella | FAGIOLO | sofa | seen at pop up showcase ‘In Between Times’ in Berlin | 2013
Il periodo prebellico aveva visto in alcuni architetti di spicco come Guglielmo Ulrich e Gio Ponti i prodromi di un pensiero moderno applicato al mobile; per la prima volta in italia si comincia a parlare di “stile” o meglio di un nuovo stile diverso e lontano dal mobile in stile brianzolo. Un nuovo stile inteso come moderno paradigma estetico da applicare a tutta l’architettura, a tutti gli ambienti della casa e a tutti i complementi di arredo.

Ignazio Gardella – Standing Lamp per Azucena
Quello dagli anni 40 ai 60, è un ventennio cruciale per il design italiano; è il periodo dove tutto nasce, dove architetti e piccoli produttori stringono accordi per produrre i mobili per “la casa di oggi”.
Azucena è uno splendido esempio di queste sinergie e al contempo è tutt’oggi un invito a ripensare il design italiano; allontanandolo dalle logiche delle produzioni industriali di massa e di scarsa qualità per riavvicinarlo al bel progetto, all’artigianato.

Stool Azucena, Contemporary, Italy. Velvet upholstery and brass base. H43,5 cm x Ø40 cm
Azucena nasce nel 1947 in una Milano piena di slanci e sogni. I Fondatori e disegnatori sono Luigi Caccia Dominioni, Ignazio Gardella e Corrado Corradi Dell’Acqua che affidano i loro prototipi alla produzione delle sorelle Maria Teresa e Franca Tosi e ad altre piccole realtà artigianali locali. Mobili ispirati da una eleganza semplice in grado di resistere alle mode e al tempo.

LUIGI CACCIA DOMINIONI armchair Azucena Italy , 1969 lacquered wood, upholstery 31 w x 30 d x 28 h inches
Penso che tutt’oggi non solo sia possibile far incontrare designer italiani e piccoli produttori ma sia auspicabile che simili sinergie vengano incentivate. Non vorrei essere considerato troppo retorico per l’affermazione che sto per scrivere ma: l’italia è veramente un paese meraviglioso….ecco l’ho scritto!
In ogni angolo della nostra penisola possiamo trovare una lavorazione d’eccellenza, un presidio culturale/artistico, un pensatore/designer innovatore. E’ necessario che i progettisti instaurino nuovamente un dialogo con i piccoli produttori a beneficio della qualità dei singoli prodotti, della preservazione del valore del made in italy, del rafforzamento delle lavorazioni tradizionali locali.

Ignazio Gardella; Armchair for Azucena, 1963.
Facendo un discorso di più ampio respiro, credo che dovremmo riappropriarci di tutte le nostre eccellenze; è un discorso che vale per tutto, per il cibo, per la moda, per il turismo, per la letteratura, per la musica e ovviamente anche per il design. Penso che negli ultimi 30/40 anni abbiamo subito influssi culturali esterni e ci siamo lasciati affascinare da archetipi che non ci appartengono; penso al minimalismo giapponese, all’essenzialismo scandinavo e all’iperbarocco francese. Negli ultimi anni abbiamo impiegato tempo e risorse nell’importare modelli e riferimenti non nostri invece di promuovere il nostro modo di fare mobili, la nostra estetica, la nostra eccellenza.